Benazir

 
Ieri, verso le due del pomeriggio, una notizia terribile è rimbalzata, nel giro di qualche secondo, dallo schermo televisivo nelle nostre menti: Benazir Bhutto, leader dell’opposizione pakistana, è morta, assassinata da un kamikaze (qualcuno dice due) che poi si è fatto esplodere.
Il fatto ha lasciato tutti increduli.
Che cosa dire? Sembra che manchino persino le parole, perché non ci sono parole per commentare un fatto assurdo, di una ferocia incredibile.
Qualcuno dice che inizialmente sia stata colpita da un’arma da fuoco, e che in seguito l’attentatore si sia fatto esplodere davanti al mezzo su cui la Bhutto viaggiava. Al di là di come siano andate le cose, rimane il fatto gravissimo dell’attentato. Attentato che già si era cercato di portare a termine nel mese di ottobre, nello stesso giorno in cui la Bhutto, dopo otto anni di esilio volontario all’estero, rientrava in patria.
Ora si verseranno fiumi di inchiostro per raccontare l’accaduto, ma a che cosa serviranno?
C’è il pericolo di una guerra civile, e certamente i negoziati per un periodo di pace nella regione subiranno una battuta d’arresto.
Rimane, come sempre, dopo la tensione e lo scompiglio generale, la morte violenta di una donna di 54 anni, attiva, impegnata nella democratizzazione di un paese, del suo paese, dove già suo padre, anni addietro, aveva subito la stessa sorte.
Messe da parte le accuse che la vedevano coinvolta in una vicenda giudiziaria, rimane lo sconcerto e l’amarezza per la morte di una persona per mano di un’altra.
Questo è ciò che maggiormente ci deve far riflettere.
 
 
 
Le strade del Pakistan
 
Le donne pregano nel lontano Pakistan
per la loro unica amica.
Chi più proteggerà i loro corpi nascosti,
i loro occhi feriti?
 
Quegli occhi che non sanno piangere
e guardano ancora lontano
cercando un volto nuovo da seguire.
 
Urla lamenti e rabbia per le strade,
sirene e corse di chi non sa che fare.
 
Uccisa l’unica voce forte e coraggiosa
ora è il silenzio che domina ogni cosa
nelle strade del Pakistan.
 
Piera Maria Chessa – inedito
 
 

2 thoughts on “Benazir

  1. Grazie, Savina per la tua visita che è sempre molto gradita. E come sempre, si può leggere tanto dietro ogni tua parola, davvero “pensata” prima di essere “fermata” sulla carta. Un bacio affettuoso. Piera

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