E’ da un po’ di tempo che mi dico: "Voglio pubblicare questo racconto sul blog."
Quale? Uno dei tanti della mia carissima amica Eleonora.
L’unico motivo che finora mi ha trattenuto è che non so se lei, così discreta e riservata, sarà d’accordo. Non vorrei fare qualcosa che possa dispiacerle.
Ci penso e ci ripenso e, alla fine, prevale l’ istinto o forse la mia "disubbidienza".
Credo proprio che… verrò rimproverata. Ma non importa…
Alla fine, credo che lei dedicherà volentieri questo bel racconto al fratello Sante, tanto amato e così tanto provato.
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Con la luce il nero sembra più nero, ci fai caso ad un tratto, e ti stupisce, perché il nero appartiene alla notte, per definizione.
C’è molta luce, per via del sole che rende tutto più evidente con mano spietata.
Ti senti libero di scegliere tra il bello e il brutto, puoi decidere di apprezzare il colore delle foglie che hanno preso possesso degli alberi, di tener conto delle asperità e della sporcizia del terreno sul quale muovi i tuoi passi e in fondo ti senti più consapevole, almeno è quello che credi.
Alla gente non fai caso, a meno che qualcuno non ti chiami…brutto segno.
Ormai anche ai neri non presti più attenzione, ti vengono incontro con le loro mercanzie e ti chiedono di comprare con aria poco convinta, con voci che arrivano a te come una nenia che già conosci, alla quale rispondi meccanicamente, no, grazie, non mi serve niente.
Finché un giorno incontri USA…è nero, che di più non si può, ti sorride con un bianco abbagliante e ti viene da pensare che ha troppi denti, mentre tu…
Poi comincia a parlare in un misto di franco-italiano, ti rovescia addosso un torrente di parole, ma chi lo sente?
Sei impegnato a registrare le narici dai buchi grandi che fremono, le labbra che si aprono e chiudono come una chiusa che dovrebbe arginare qualcosa, e non lo fa, il nero delle pupille che nel giallognolo degli occhi diventa un dettaglio, la pelle butterata di un viso dalla fronte bombata che incontra il suo argine in una foresta intricata assai simile al morbido vello di una pecorella nera; poi lo sguardo ti cade sulle mani, lunghe, bellissime, affusolate che trattengono un piccolo mucchio di CD contraffatti.
Allora ti risvegli e provi ad ascoltare.
Capisci che la merce è per il momento solo un pretesto. USA ti sta raccontando la sua storia che inizia lontano…in Senegal, poi in Francia, poi a Milano, poi a Bologna, infine a Roma, dove tutti sono più buoni , no razist, dice.
A Roma USA cerca una donna italiana che voglia sposarlo…intanto ti offre di scegliere qualche CD, perché deve pur vivere.
Gli compri due film i cui originali sono già in programmazione…pensi di aver preso la solita fregatura ma non ti importa.
USA si allontana contento, tu pure.
Il sole è caldo, splendente, il nero si scioglie nei colori della primavera.
Eleonora Bernardi
Ciao e buona giornata da Maria
Grazie Maria per essere venuta a trovarmi, verrò a visitarti anch’io. Piera
Con ritardo, ma contenta di aver letto questo gioiellino.
Grazie Eleonora e Piera. vi abbraccio.
cri
Che bello, sono molto contenta che oggi sia venuta a trovarmi più volte!
Sì, Cristina, una donna come Eleonora non può non scrivere, e non può non scrivere con tanta sensibilità. Come te, Milvia, Falco, Giulia, Bit, Renzo, Sabrina, Glò,e tutti gli altri il cui nome ora mi sfugge e che ho avuto modo di conoscere e apprezzare in questi mesi. Per me è un piacere leggervi e “crescere” e migliorare ogni giorno un poco. Piera