La torre
L’alta torre si affaccia sul mare
inutilmente allungata verso il cielo.
Un ‘ampia feritoia si apre
sull’interno oscuro,inquietante,
residuo di un passato lontano.
Sulla cima corrosa dal tempo
crescono radi cespugli tra i sassi spezzati.
Le pietre cadono lente
frantumandosi tra l’erba e le lumache
che, con pazienza, disegnano sulla terra
luminosi arabeschi argentati.
Piera Maria Chessa
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Grazie, Milvia, per i suggerimenti che ci dai e che sono sempre di qualità. Ben tornata. Piera
tra i primi versi c’è l’uomo…
poi… il modo in cui guardiamo pazientemente l’andamento del mondo (positivo).
Almeno così l’ho “sentita”.
Grazie Piera.
Abbraccio, Glò
Ciao Piera,
amo moltissimo quei radi cespugli tra i sassi spezzati. Sono vita tra le macerie del tempo.
ti abbraccio
jolanda
Ciao Glò. Sì, hai visto giusto, e nel “vedere” hai “sentito” nel modo giusto. Un saluto alla tua bella città. A presto. Piera
Cara Jole,
è vero, nonostante le macerie, la vita si fa strada e si fa beffa di noi. Ma in fondo, è questa la nostra salvezza. Un abbraccio e a presto. Piera
Quanti pensieri nascosti in una poesia! Vedo la torre allungata verso il cielo e penso ai desideri e alle speranze deluse…l’interno oscuro diventa il luogo che vogliamo dimenticare.
La vita continua e noi, come lumache pazienti, seguitiamo a tessere i nostri sogni…
Grazie, Piera! Un abbraccio. Ele.
Carissima, la tua sensibilità ti porta, come vedo, sempre ad una seconda lettura. Ma come è profonda la mia amica!
Un caro saluto. A presto. Piera
Leggo sempre cose belle… Giulia
Giulia, sono io che da te leggo sempre delle cose straordinarie! Se avessi più tempo, ogni tuo post avrebbe sotto il mio commento perchè ciò che scrivi o riporti sottende sempre grande cura e profondità.
Un forte abbraccio. Piera