Quattro poesie di Jolanda Catalano, donna, poetessa e amica carissima. Parleranno per lei le sue liriche.
Le prime due fanno parte della raccolta “La tela di Penelope”, la terza e la quarta sono incluse nella raccolta “ Lettera a due madri”.
Ecco, nelle tue mani depongo i miei pensieri
Ecco, nelle tue mani depongo i miei pensieri,
vita che scivoli piano tra le dita,
nella tua linfa affogo il mio dolore
e tra le radici semino una croce.
Cresceranno altri pensieri e altre croci
sotto l’opaco stendersi del cielo
ora che i giorni tremano al tramonto
e lenta sale l’alba all’indomani.
Ma quanti domani ancora di parole
aspre o mielate separano il reale
dal sogno custodito nel pudore
di morbide nuvole al vento dell’attesa?
Vita che scendi e piano ti distendi
oltre i confini dell’indescrivibile,
vita vissuta e mai riconosciuta
mai afferrata eppure sanguinante
vita che ancora attendo fiduciosa
vita sei mia oppure ti ho sognata?
Io mi portavo dentro il tuo sorriso
Io mi portavo dentro il tuo sorriso
e l’indugiare lieve della mano.
Negli occhi s’incontravano pensieri
freschi di nuova luce nel sentire.
E forse la scintilla che vi lessi
– quasi un sorriso inerme di bambino –
ancora mi sprofonda e mi dilata
oltre le ragnatele dell’inganno
verso orizzonti-luce da venire
dove più forti e pieni sono gli anni.
Ed il tuo essere a me così presente
pur nella sottigliezza di un istante,
mentre l’asfalto avanza e lascia dietro
un attimo possibile e mancato,
mi fa rivivere e credere a un amore
sognato e perso nell’ombra d’un teatro.
Jolanda Catalano – “La tela di Penelope” – Rhegium Julii – 2000
***
Alla poetessa Gilda Trisolini
La mia ricchezza
sono le tue parole
che sfioro piano
su pagine di tempo.
Il tempo, Gilda,
è fermo e noi giriamo
attorno alle sue ipotesi
e cantiamo
nenie accorate
e canti di salvezza
luci smarrite
da riconquistare.
Il tempo, Gilda,
il tempo è la tua mano
che evoca e rivive un’emozione
un lieve palpito
un guizzo nella voce
e la Poesia tua sempre
nelle vene.
E questo pulsare dolce
del tuo canto
tra un’amarezza
e un brivido di luce
darà sostanza ancora
e nutrimento
perché poesia sarai
anche domani.
(Luglio 1994)
***
E mi dicevi sempre:” Non cambiare
rimani come sei così pulita,
non fare che il dolore che disgrega
possa offuscare il canto del tuo cuore”.
Ed io non cambio, no, il mio colore
come i camaleonti fanno all’occorrenza,
però il dolore uccide un poco, Gilda,
e ritrovare il canto è già un’impresa
quando il quotidiano spezza anche la voce
e il corpo si trascina con fatica.
Ma resta sempre l’azzurro del mio mare,
il cielo limpido a farmi compagnia,
perché, Gilda, lo sai, non può svanire
quel lieve tocco d’ali sulle dita
quando bambina mi guidò la mano
e il foglio bianco diventò poesia.
Jolanda Catalano – “Lettera a due madri” – Città del sole edizioni – 2004