Archivio | luglio 2010
Amici poeti
A loro apro con gioia la mia casa.
So con certezza che anche altri, prossimamente, lo faranno.
Non chiedetemi
se gli altri mi amano.
Io posso dirvi solo
del mio amore.
E sull'onestà del prossimo
Io non ho parole,
la mia onestà vi dico,
briciole rafferme
che bramano calore
per alitare al vento
profumo di certezze.
E, per quanto io
possa intuire,
scrutando dentro al pozzo
sotto i fievoli raggi della luna,
è sempre così poca
l'acqua che vi scorgo,
come dolcezza d'uomo
che non vuol trasparire.
Jolanda Catalano
Milvia Comastri
Aranceti all'orizzonte
Renzo Montagnoli
avrà rosse bacche di rusco
ha visto
Pietre
Ho appena finito di leggere questo post dalla mia amica Savina (savinadoloresmassa.splinder.com).
Non riesco a dire nient'altro. Riporto per intero.
Pietre
Accusata di adulterio, avrebbe confessato dopo 99 frustate. Sentenza:
lapidazione. Ha 42 anni, è una mamma ed è vedova. Dopo la morte del
marito avrebbe avuto non meglio precisati rapporti con due uomini. Il
mondo si mobilita con una raccolta di firme.
Sul sito www.freesakineh.org <http://www.freesakineh.org/> è partita
una grande raccolta di firme, alla quale hanno già aderito premi
Nobel, attori, cantanti, artisti, organizzazioni non governative,
esponenti politici dei governi di mezzo mondo. In questo momento
siamo a quasi 60mila firme, e il conteggio è aggiornato ogni 5
minuti. Il mondo implora che una madre non venga uccisa, e venga
restituita ai suoi figli.
Sakineh Mohammadi Ashtiani ha perso il marito, ed è stata accusata di
avere avuto contatti con due uomini, ma non è mai stata chiarita la
natura di questi rapporti.
Condannata a morte nel 2006, l'anno successivo la Corte Suprema ha
confermato il responso: lapidazione.
Il destino per lei è quindi una morte lenta e straziante, perché,
come prevede la legge, il condannato viene sepolto vivo, e viene
lasciata scoperta solo la testa, che verrà colpita con pietre non
troppo grandi e non troppo acuminate da ucciderla subito.
L'incertezza della colpevolezza della donna ha fatto scattare anche
in Iran un dibattito non esplicito, ma sotterraneo, che ha portato
alla mobilitazione prima interna, poi internazionale: le proteste
sono partite dagli esponenti politici più moderati, e questo ha di
fatto ritardato l'esecuzione. Tra i più critici il responsabile
dell'Ufficio Diritti Umani Larijiani, fratello del presidente del
Parlamento, entrambi molto critici nei confronti del regime di
Ahmadinejad.
Dal giornalista Daniele Barbieri ricevo e pubblico.
Dall'introduzione al libro “ La pelle giusta”, di Paola Tabet. Gli struzzi – Einaudi 1997
Una lettera…scomoda

Già da qualche giorno “circola” su Facebook una lettera. E' una lettera corretta, dai toni pacati ma schietti, una lettera di disincanto e di denuncia.