Note sul libro “Inguaribile vagabondo”, di Angelo Carboni
Edizioni Il Torchietto – Ozieri
(Foto da web)
Da un po’ di tempo ho ultimato la lettura dell’ultimo libro di Angelo Carboni, Inguaribile vagabondo, ma volutamente non ho scritto subito di lui.
Avevo preso appunti, questo sì, mentre leggevo, e fatto anche diverse considerazioni, riflessioni che scaturivano pagina dopo pagina, a volte da una parola, da una frase o ancora da un intero periodo.
Volevo fermare l’istante.
Ma ora voglio scrivere lasciandomi guidare soprattutto dal ricordo ancora vicino di quella lettura, dal percorso di Angelo e, parallelamente, dal mio, scaturito da quelle pagine.
Emozioni e ricordi vibranti, appassionati, anche se controllati da una mente razionale, equilibrata, dal pensiero assolutamente autonomo. L’autore non è infatti persona che si lascia influenzare facilmente, ha le idee chiare sugli avvenimenti, su ciò che avviene vicino o lontano da lui, prende posizione con coraggio su fatti e idee.
Dicevo, pagine vibranti. C’è l’amore straordinario per la vita, anche quando si presenta con tutte le sue difficoltà, che Angelo affronta di petto. Vive momenti di buio e di luce, di dubbio, di ansia, qualche volta di senso di abbandono, ed è normale che sia così, la mente è fatta per ragionare, e una mente logica, profondamente riflessiva, di domande se ne pone tante, ma poi la fede prevale sulle incertezze, sui dubbi, quella fede che lui descrive “semplice” e “umile” e che in realtà è forte, complessa, ragionata, un percorso spirituale che continua giorno dopo giorno.
Nel libro di Angelo ci sono poi gli affetti, l’attaccamento alla famiglia, alla moglie e ai figli, ma anche ai numerosi parenti, diretti o acquisiti, amati senza distinzione con trasporto e generosità.
C’è l’affetto per i numerosi amici che lo stimano e lo apprezzano a prescindere dalla malattia, nonostante Angelo sia fermamente convinto che la considerazione degli altri nei suoi confronti derivi principalmente da questa.
E’ percepibile continuamente nel libro il profondo e rispettoso amore per la natura in tutte le sue sfaccettature. Difficile leggere certi passi senza emozionarsi, le descrizioni di alcuni ambienti naturali, spesso nelle diverse ore del giorno, sono particolarmente belle, della pineta di Pattada, la località in cui è nato, il “boschetto”, come lui giustamente lo chiama, perché diverse le specie di alberi che lo compongono, di certi tramonti, i bei paesaggi di Sedini, così familiari e amati.
E i viaggi, i ricordi, anche i rimpianti.
Bellissimi i “ritratti” dei nipotini, degli amici, di medici e infermieri, degli affetti più cari. Pennellate, a volte poche parole, poche frasi, oppure interi periodi che portano alla luce l’affetto per le persone di cui racconta, ma anche la conoscenza profonda che Angelo ha di loro.
Sembra di conoscerli tutti, di averli incontrati più volte. Uno sguardo attento ed un cuore generoso hanno dato volto e spessore a bambini, donne e uomini sconosciuti.
C’è anche la malattia nelle pagine di Angelo e non potrebbe essere altrimenti. Lui ne parla, sempre deciso a combatterla, ad impedirle di intaccare la sua determinata e coraggiosa voglia di vivere, perché vuole rubare ad ogni giorno tutto ciò che di piacevole e consolante può dare.
Angelo sostiene di essere un “inguaribile pessimista”, non gli credo, un pessimista non reagisce alle difficoltà in questo modo, può avere, come dicevo, cedimenti, anche lunghi momenti di sconforto, ma poi subentra la reazione, la voglia di riappropriarsi della propria esistenza. Un realista, dunque, non un pessimista.
Dalla lettura delle sue belle pagine emergono anche le tante passioni: lo sport in generale e soprattutto il calcio, la musica, e poi l’amore e l’interesse continuo per la cultura sarda, la lingua, le tradizioni e, in particolare, per tutto ciò che riguarda la vita culturale di Pattada. Ne sono testimonianza i suoi libri su diversi poeti locali e la cura nella preparazione annuale dei Calendari.
Un ultimo accenno alla “scrittura”, allo stile, ne parlo alla fine ma non certamente perché meno importanti. Angelo scrive molto bene lasciando che mente e cuore lavorino insieme, la mente cura i termini che si vogliono usare e i concetti che si vogliono esprimere, il cuore dà il suo supporto preziosissimo quando i sentimenti e le emozioni vogliono venire alla luce, farsi strada tra le pagine del libro.
Una scrittura lucida, senza enfasi né retorica, limpida, curata, ricca di umanità e generosità, di apertura verso il mondo, un libro che coinvolge mentalmente ed emotivamente, che viene da leggere tutto d’un fiato, ma che mi sono imposta di leggere con calma rivedendo più volte molti passi.
Ora credo di averlo approfondito abbastanza e di aver conosciuto un po’ di più anche il suo autore, un “vagabondo” capace di insegnare a noi che leggiamo ad osservare le cose in modo diverso, “dall’interno”, scandagliandole per capirle veramente.
Dopo aver letto il libro di Angelo, credo che nessuno di noi sia lo stesso di prima, certamente ci si sente molto più “ricchi”.