Archivio | aprile 2011

Tu

(foto da web)

Giorni lontani, tanti anni vissuti,

il mare davanti allo sguardo

e il cielo sui pensieri leggeri

della mia giovane mente.

Tu bambino, vicino,

la mia mano che scalda la tua,

camminiamo con calma

e le storie più belle

le racconto per te.

Mi guardi dal basso,

mi inchino e ti abbraccio,

domande e risposte

giochi e sorrisi.

La vita allora sembrava bella,

lo era per me.

(Dalla raccolta inedita “Nel silenzio, le voci”)

Ricordando Vittorio

 
Foto da web
Da diversi giorni ormai, sui giornali, alla televisione, su Internet, si parla di Vittorio Arrigoni. 
Lo conoscevano in molti ma ora lo conoscono quasi tutti, ed è giusto che sia così.
Ragazzi come lui, perché quasi di un ragazzo si trattava, non ce ne sono tanti. Vittorio aveva fatto una scelta radicale, difficile, e l’ha rispettata fino in fondo con convinzione e coerenza.
Non tutti concordavano con le sue idee, aveva diversi oppositori, ma tanti la pensavano come lui e lo sostenevano.
Non stava dalla parte di un Movimento, ma dalla parte di un popolo che soffriva e soffre, che non conosce tregua, stava dalla parte della pace, dei più deboli, quelli per i quali la vita è ancora più difficile.
Vittorio conosceva i contadini e i pescatori della Striscia di Gaza, divideva spesso con loro le sue giornate, forse la stessa speranza che qualcosa potesse cambiare.
Il suo blog era conosciuto, lo erano i suoi scritti, gli articoli, le cronache che inviava, così dense di umanità e condivisione.
Ecco, l’umanità, una dote così poco coltivata, così rinnegata di questi tempi, quasi qualcosa di cui vergognarsi, per la quale provare una sorta di imbarazzo, a tal punto che spesso, con accezione negativa, viene chiamato “buonismo”.
Vittorio di umanità ne possedeva tanta, da vendere, anzi da donare, se fosse stato possibile.
Era un ragazzo coraggioso e quel grande coraggio gli veniva dalla convinzione di essere nel giusto, di combattere pacificamente per una giusta causa.
Non dimenticheremo la sua frase ormai celebre, quella con la quale chiudeva sul blog ogni suo intervento. “Restiamo umani”, ripeteva.
“Restiamo umani”, impareremo a ripetere anche noi.  

La difesa della propria libertà

 
foto da web
Mia figlia follia è il titolo dell’ultimo libro di Savina Dolores Massa, una scrittrice sarda tanto brava quanto scomoda.In realtà, Savina non è solo scrittrice, narratrice, ma anche poeta e un’artista che ha contribuito a fondare una Compagnia molto speciale, Hanife Ana teatro jazz, 

che porta in gira per la Sardegna, e non solo, spettacoli di alto livello.

Mia figlia follia è, come dicevo, l’ultima sua “creatura”.
Una storia complessa, di profonda solitudine, che apparentemente ha una sola protagonista, in realtà, una storia che si incontra e si accavalla con diverse altre in cui i personaggi non sono secondari ma personificazioni della medesima solitudine. Così, la sofferenza di Maddalenina, il suo essere diversa e unica, si intreccia con quella degli altri personaggi impegnati allo stesso modo nell’identica difficoltà del vivere.
Un libro non facile, faticoso da scrivere, credo, e da interpretare, ma una storia che rimane dentro il lettore, che pone degli interrogativi, che lacera e appassiona, conquista e addolora, perchè esistenze così se ne possono incontrare tante, ma si può passare accanto a loro senza capirle, nella totale indifferenza.
Il libro porta alla luce, oltre alle indubbie capacità letterarie, la grande sensibilità della scrittrice, la sua comprensione e condivisione verso quella parte di umanità che ha un peso più grande sulle spalle, che più di altri fatica a vivere.
Eppure, queste doti così poco diffuse non le risparmiano la sofferenza dell’incomprensione, causa talvolta di accuse infondate, come è successo proprio in questi giorni.
Difficile essere coerenti con se stessi, sinceri e privi di ipocrisia, senza essere attaccati e fraintesi.
Non sto a raccontare il fatto che senz’altro è stato motivo di sofferenza per l’autrice e  per tutti i suoi amici, che sono tanti, per saperne di più si può andare sul suo blog: savinadoloresmassa.splinder.com
Quel che desidero evidenziare qui è quanto sia pesante il pegno da pagare per salvaguardare la propria libertà di intenti e di pensiero, le nostre più autentiche convinzioni.
Ci vogliono forza e coraggio, ma sono certa che a Savina non mancano oggi né mancheranno nel suo futuro di donna e di artista.

A ognuno la sua parte

(Foto da web)

Sorge per me

il sole al mattino

chiaro e delicato

e tramonta nella sera infuocata.

Sorge per te

che non lo guardi

dai vetri di una casa

ma dall’asfalto di una strada.

Per te che non lo vedi

ma lo senti raccontato dagli altri,

dagli altri ammirato

con uno sguardo limpido

che ti è vietato.

Sorge e tramonta il sole,

camminano i giorni

e aumenta il peso sulle spalle.

A ognuno la sua parte,

nessuno a mani vuote,

nessuno escluso.

(Dalla raccolta inedita “Nel silenzio, le voci”)