(foto da web)
Il mio abbraccio a tutte le madri, anche a quelle che, pur non essendolo state, si sentono tali, insieme a questa straordinaria poesia di Nazim Hikmet.
La notte
Una cotonata a quadretti blu copre il tavolo
e sopra, senza menzogne, sorridenti, arditi
stanno i nostri libri.
Sono un prigioniero, madre mia,
che ritorna al paese
da una fortezza nemica.
E’ l’una di notte
la lampada è ancora accesa.
Al mio fianco è coricata mia moglie
mia moglie
incinta di cinque mesi.
Quando la mia carne tocca la sua
quando le poso la mano sul ventre
il bimbo si muove un poco.
Sul ramo la foglia
nell’acqua il pesce
nella matrice il piccolo dell’uomo.
Mio piccolo.
La camiciola di lana rosa
per il mio bambino
l’ha sferruzzata sua madre
è grande come la mia mano
con le maniche appena così.
Mio piccolo.
Se sarà femmina
voglio che sia sua madre dalla testa ai piedi,
s’è maschio, che sia della mia statura.
S’è femmiona, che abbia gli occhi verde dorato
s’è maschio, azzurri.
Mio piccolo.
Non voglio che a vent’anni t’ammazzino
se sei maschio, al fronte
se sei femmina, dentro qualche rifugio, di notte.
Mio piccolo.
Femmina o maschio
a qualsiasi età
non voglio che tu conosca il carcere
per essere stato dalla parte del giusto
del bello, della pace.
Ma so bene
figlia mia
o figlio mio
che se il sole tarderà molto a sorgere
dalle acque
dovrai combattere
e anche…
Insomma oggi, da noi, è un ben duro mestiere
essere padre.
E’ l’una di notte.
La lampada
non l’abbiamo ancora spenta.
Tra mezz’ora forse, forse verso il mattino
la mia casa conoscerà
ancora un’altra irruzione
della polizia
e mi porteranno via, prenderò con me qualche libro.
I questurini della politica
mi prenderanno in mezzo
e io mi volterò indietro a guardare:
mia moglie sarà sulla soglia
davanti alla porta
il vento del mattino
gonfierà la sua gonna
e nel suo ventre pesante
il bambino si muoverà un poco.
Nazim Hikmet, Poesie,
Poeti del Mondo
a cura di Maurizio Cucchi
Gruppo Editoriale L’Espresso
Questa poesia, che avevo già letto, è di una dolcezza infinita, è quelll'inno alla vita, quella vita che deve ancora venire, sconosciuta e incerta.
Grazie Piera
Gavino
Mi fa piacere che questo bel testo di Hikmet ti piaccia, Gavino; è vero, è molto tenero verso la moglie e verso il figlio non ancora nato, ma è anche amaro e lucidissimo nel constatare che il futuro non sarà facile nè per lui nè per il figlio, sia pure per motivi magari diversi.
E' un poeta che apprezzo molto e spesso mi viene da associarlo al nostro Gramsci, almeno per alcune cose che li accomuna.
Ti ringrazio per il commento, ti scriverò presto.
Piera
Grazie per questa bellissima poesia di Hikmet che hai "postato" qui. Non la conoscevo, ma è davvero molto molto bella!
Grazie
Ciao, Car
Grazie a te, Carmen.
Un uomo che ha conosciuto il carcere e l'esilio, ogni genere di difficoltà, eppure ha saputo conservare una delicatezza sconcertante nei confronti delle persone che ha amato; chi, se non un poeta, può trasformare questi sentimenti in canto?
Un caro saluto.
Piera
grazie, Piera, questa poesia è davvero toccante.
Sì, Cri, soprattutto pensando alla vita difficile che Hikmet ha condotto.
Ti ringrazio molto, un caro saluto.
Piera
Stupenda poesia d'amore e di vita, con tutta la consapevolezza che il mondo in cui si affaccerà il nascituro non è dei migliori, e la pena di chi è già dolorosamente padre.
Grazie, sempre sensibile nelle proposte che metti alla nostra attenzione.
Un caro saluto
frantzisca
Bellissimo autore e questa poesia è come una pesca matura che si stacca dal ramo per propria pienezza.
Molto commovente… Un abbraccio
Sono contenta, Francesca, che questa poesia di Hikmet ti sia piaciuta, secondo me è dolorosa e tenera nello stesso tempo, a parte lo stile poi che è sempre così particolare!
Ciao, un caro saluto.
Piera
Che bel commento, Mimma, tu che sai essere pittrice, narratrice, poetessa e non solo!
Ciao!
Piera
Sì, commovente, hai ragione, Giulia, a tal punto che, sebbene l'abbia letta tante volte, ogni volta provo delle sensazioni molto molto particolari, è una scrittura la sua che non lascia indifferenti.
Un abbraccio.
Piera