foto da web
E’ sempre un piacere parlare di Luisella, così come è sempre un piacere incontrarla, dialogare con lei, chiacchierare insieme.
E’ una giovane donna capace di trasmettere serenità e calma, ti guarda, ti sorride, ti tende la mano e tu ti senti subito a tuo agio. Una donna autentica, dolce e determinata nello stesso tempo, dai numerosi interessi, compreso il teatro nel quale si cimenta con passione.
Una poetessa che pone grande cura nella scrittura, ma non per una sorta di precisione banale, sterile, ma perché sente la necessità di trarre dalla parola tutto il suo potenziale, modellandola, rendendola essenziale, corrispondente il più possibile a quello che lei realmente intende dire.
E’ un piacere, dunque, leggere la sua parola, entrare nel suo mondo, anzi, condividere il suo sguardo sul mondo, capire la profondità delle sue riflessioni.
Luisella è donna capace di impegno civile, lo evidenziano diverse sue poesie, è interessata alla nostra storia passata, ai miti, al rapporto che l’uomo ha sempre avuto col divino, ne è un esempio “Graffiti”, la sua ultima raccolta, e non solo; ha un rapporto speciale con la Natura, verso la quale manifesta quell’amore e quel rispetto che si ha per una madre, consapevole del fatto che possa dare tanto ma anche prendere tanto. Nelle poesie di Luisella ci sono anche i grandi affetti della sua vita, i punti fermi, così importanti e rassicuranti, e c’è l’amore per la sua isola, a tal punto da dedicare ai luoghi a lei più cari la terza sezione dell’ultima raccolta.
Si avverte, infine, il rispetto, la vicinanza, il bisogno urgente di condivisione e comprensione di tutte le tematiche che hanno come protagoniste le donne, le loro difficoltà, i numerosi problemi non ancora risolti.
Questi i testi poetici scelti nelle tre belle raccolte di Luisella Pisottu.
Dalla raccolta “In vortice obliquo”, 2007, Il Filo, Roma.
Silenzio
Si chiama silenzio
il luogo del mio amore
entrargli nel profondo buio,
chiedermi qual è il cammino,
ampio, levigato, agghiacciante.
Le paure, sciami di vespe,
non danno pace.
Pungeranno?
e quanto acuto il dolore
o sordo, come l’acciaio,
che penetra piano?
Nel silenzio rimango
da qualche parte la luce aspetta,
sarà fedele, discreta.
Abbondanti vestiti
In abbondanti vestiti
stanchezza
sfinita giornata di mollezza,
vorrei vagare tra un tappeto e un divano,
lasciarmi trasportare
sullo sfondo, il frastuono.
Abbraccio libri amici
impugno spade d’inchiostro,
apro la mia anima,
lei mollemente approva.
Dalla raccolta “Tra spirito e respiro“, 2010, Gruppo Albatros, Il Filo, Roma.
Cerco
Cerco tra sacche gocciolanti
di giornate incomprese
tracce della Dea Madre.
Le cerco con la meticolosità
d’ un artigiano
che offra pezzi d’arte al cielo.
Le cerco con la certezza
che da qualche parte del mio essere
abbia ricamato preziosi intagli
trame di passato condiviso
donne dalle vesti lunghe e pensose,
di forte volontà
fiducia ancestrale nella vita.
Siti di pietra sacra
monili sparsi nella terra,
indizi di DNA
segni impressi nella roccia.
Ci inginocchiamo uomini moderni
palmi rivolti al cielo
cicatrizziamo ferite.
Da forze superbe cuciamo il futuro
solcando percorsi virtuali.
Progetti
Taniche rovesciate, tubi rotti
arroventati dal sole, piaghe
su quello che fu un cantiere.
Ragnatele brillano sul progetto
incompiuto.
Per altre vite, altre fatiche gli operai.
Uno è rimasto. La sagoma, ripiegata
abbraccia ancora la terra.
Ti onoro
Ti onoro
delle preghiere più sacre
le mie letture, i miei silenzi,
la fuga dal rumore.
Ti cerco nel sorriso del mio affine.
Ti contemplo nel grande abbraccio
della natura,
piango quando ti perdo o dimentico
il tuo nome.
Dalla raccolta “Graffiti”, 2010, Gruppo Albatros, Il Filo, Roma.
*
Capita
di frugare nelle tasche della vita
così, senza motivo apparente
come bambino che rapito dal gesto
segua il movimento delle mani,
preludio alla scoperta
intuizione.
*
Vibrano voci nel silenzio
strumenti di discesa e ascesa;
resta la sorpresa
di questo essere così fragili
e grandiosi.
*
Abbandoni madre i tuoi figli
in un gioco che facevi
quando bambina mi prendevi
e in un solo attimo eri scomparsa.
Il mio cuore palpitante
in altro attimo sorrideva.
Regalami i tuoi occhi
i modi acerbi
occhiate di disappunto ancora
forte il silenzio
accarezza il tuo nome.
Accogli il mio canto,
portalo nel grembo una volta ancora
scaldalo a diventare cielo.
Madre delle promesse
attendo
si sciolga in pianto la tenebra
nostalgia d’abbraccio.
Ricama perle di parole
sulla mia lingua
che io possa pregare,
nel ricordo fammi creta.
Luisella Pisottu