Archivio | settembre 2012

Elizabeth Bishop

(foto da web)

La buona creanza

Per una bambina del 1918

Il nonno mi disse,
seduti a cassetta:
“Non ti scordare mai di salutare
chiunque incontri, dammi retta”.

Incontrammo uno sconosciuto a piedi.
Il nonno si toccò il cappello col frustino.
“Buongiorno, signore. Buongiorno. Bella giornata”.
L’ho detto e ho fatto un inchino.

Poi raggiungemmo un giovane del posto
con la sua cornacchia addomesticata sulla spalla.
“Offri sempre un passaggio a tutti;
non dimenticarlo quando sarai grande”

disse il nonno. E così Willy
salì con noi, ma la cornacchia
volò via con un gran “Gra!”. Mi preoccupai.
Come faceva a sapere dove andare?

Ma volava un pezzetto alla volta
da un palo all’altro della staccionata:
e a ogni fischio di Willy rispondeva.
“Bell’uccello” disse il nonno

“e ben addestrato. Vedi, risponde
a tono quando gli si parla.
Il che è buona creanza, uomo o bestia.
Badate bene di farlo anche voi due”.

Quando passavano le automobili,
la polvere nascondeva il volto della gente,
ma noi a gridare: “Buongiorno! Buongiorno!
Bella giornata!” con voce squillante.

Una volta arrivati sotto Hustler Hill,
il nonno disse che la cavalla era stanca,
così scendemmo tutti, proseguendo a piedi,
come esigeva la buona creanza.

Canzone

Sul mare l’estate è ormai finita.
Il panfilo, creatura mondana
che ha ballato senza posa sulla pista lucida,
con passi e contropassi come Fred Astaire,
è andato, andato via, a secco in un bacino.

Gli amici sono partiti, e nudo è il mare
sotto uno strame d’alghe fresche e galleggianti.
Solo i mercantili dalle fiancate rugginose passano dinanzi
ai crateri senza mercato della luna
e uniche barche da diporto sono ormai le stelle.
(1937)

“Cara, la mia bussola…”

Cara, la mia bussola
punta ancora a nord,
verso baite di legno
e occhi celesti,

favole in cui
biondissimi
figli minori
portano a casa l’oca,

amore nei fienili,
protestanti e
forti bevitori…
Tarda la primavera

ma le mele selvatiche
maturano in rubini,
i mirtilli in
stille di sangue

e i cigni sanno solcare
acqua ghiacciata,
così caldo il sangue
nella zampa palmata.

-Freddo com’è, andremo
a letto, cara,
presto, ma non
per riscaldarci.

( Elizabeth Bishop, dalla raccolta “Miracolo a colazione”, Biblioteca Adelphi 487)