
foto da web
C’è una località vicino a Cagliari, San Sperate, un piccolo centro di circa 8000 abitanti che a prima vista sembra non avere niente di particolare, eppure questo paese poco conosciuto è davvero speciale.
A San Sperate è nato, vive e lavora, quando è in Sardegna, l’artista Pinuccio Sciola.
E’ uno scultore dalle caratteristiche insolite, lavora la pietra e le dà voce, armonia, ritmo, traendone delle delicatissime incredibili melodie.
Sono stata questo primo aprile nella sua casa, nel suo cortile-laboratorio, che è aperto al pubblico. Non pensavo di incontrarlo, invece è stato lui ad accoglierci, a mostrarci le sue sculture, a “chiedere” alle sue pietre di “suonare”.
C’è di tutto nel suo laboratorio: opere concluse, altre avviate, materiali di ogni genere, e quel giorno, dall’alto di uno scaffale, uno splendido gatto “biondo” ci guardava sornione.
C’è anche un esteso aranceto a San Sperate, appartiene a Sciola, ci ha chiesto se volevamo visitarlo, ospita infatti un vero e proprio museo all’aperto.
“Vi accompagnerei”, ci ha detto, “ma ho degli ospiti”. Li abbiamo visti infatti seduti in un altro studio.
Seguendo le sue indicazioni abbiamo comunque raggiunto l’aranceto senza difficoltà.
E’ stato stupefacente vedere quella distesa di pietre scolpite, bianche, nere, di diverse forme e dimensioni. Qualcosa di straordinario che riempie lo sguardo di incredulità e bellezza.
Pioveva quel giorno successivo alla Pasqua, c’era una notevole umidità, eppure è stato difficile andare via, lasciarci alle spalle quel mondo.
Ma c’è ancora qualcosa da raccontare di San Sperate, perché l’intero paese è un tutt’uno con Pinuccio Sciola, un legame strettissimo infatti li unisce.
Quando se ne percorrono le vie ci si sofferma ogni pochi passi: sculture in ferro, grandi fotografie, specchi e dipinti sui muri delle case, questi ultimi chiamati “murales”, tutte opere di artisti contemporanei, un percorso caldamente sostenuto da Sciola.
E’ stato in seguito a questa visita che è nato il testo seguente.
Lo scultore
Ci accoglie
col suo sguardo magnetico
l’artista, nel suo ampio cortile.
Ripiani di scaffali
colmi di sculture,
pietre di ogni spessore
forma e colore,
alcune, in verticale,
sembrano sfiorare il cielo.
Ci guida. Sopra un tavolo
la pietra bianca
attende con pazienza
l’ingegno del suo autore
per emettere i suoni.
L’artista va, l’accarezza
e la pietra, al contatto,
sprigiona melodie.
Né pianoforte, violino
o chitarra,
soltanto doni della Madre Terra
modellati da sapienti mani.
Pietra che parla, che canta,
che suona,
pietra che dialoga, racconta
e stupisce.
Pietra ed artista,
figli di questa terra.
P.M.C.