
(foto da web)
Negli ultimi giorni di luglio, ascoltando il telegiornale, ho saputo della morte del cardinal Tonini, aveva appena festeggiato il suo novantanovesimo compleanno.
Non so spiegare bene quello che ho provato, non un vero e proprio tuffo al cuore, non qualcosa di forte e prorompente, ma come un colpo lieve, delicato, eppure profondissimo, come se lentamente la consapevolezza di una grande perdita si facesse strada dentro di me.
“Monsignor Tonini è morto”, mi dicevo, “non c’è più”.
Banale in riferimento ad un qualunque uomo che ha potuto godere di una lunga vita, dolorosamente grave se a morire è stato un quasi centenario dal cuore straordinario, dalla mente aperta e in ascolto come quella di un bambino.
Il cardinal Tonini non è e non sarà mai ricordato come un uomo qualunque, è troppo grande l’eredità spirituale che ci lascia, troppo ricca di sfaccettature, di spunti, di pensieri, di riflessioni, di amore e apertura verso tutti.
E’ talmente potente la sua parola, talmente spazioso il suo cuore, che non posso, almeno per questo, non sentirmi orgogliosa di essere italiana, di poter condividere con lui questa particolarità.
Monsignor Tonini è stato, mi viene ancora da dire, è, un grandissimo italiano, uno di quelli sempre più rari che hanno capito e saputo apprezzare l’inestimabile valore di ogni vita umana, che non ha mai fatto distinzioni tra le persone, si è accostato agli umili e ai potenti con lo stesso sguardo aperto, schietto, sincero, ha affrontato ogni tematica con scrupolo e senza preconcetti, con uno sguardo personalissimo sugli avvenimenti, mostrando grande semplicità verso gli ultimi, nessun omaggio nè concessioni verso i ricchi.
E’ stato un grande amico di Enzo Biagi, nonostante partissero da opinioni diverse, e come si trovavano bene nel dialogare e confrontarsi sugli argomenti più disparati!
Ci mancherà molto monsignor Tonini, come ci è mancato in questi ultimi anni in cui la sua vita si è fatta più appartata, ma ci consoleremo leggendo o rileggendo i suoi scritti, riflettendo sulle sue parole di fede profonda, fede senza dubbi, così diversa dalla nostra. E troveremo consolazione nel ricordarlo, ci procureranno sollievo le sue parole di speranza, il suo stupore, quello che non è mai venuto meno nella sua vita, neppure ad un passo dai cent’anni.
Uno stupore di bambino, coltivato giorno dopo giorno, davanti al mistero della nostra presenza su questa terra, ma anche davanti alla straordinarietà di ogni altra forma di vita.
Una fede profondissima la sua o un’intuizione concessa solo agli uomini veramente grandi?
P.M.C.