L’ennesima vergogna per l’Italia, per la tanta gente seria che nonostante tutto la abita, la ama e vuole continuare a viverci.
Ho ancora davanti agli occhi le immagini dure e strazianti dei ragazzi stranieri rinchiusi nel Centro di accoglienza di Lampedusa.
“Accoglienza”, una parola così bella che assume un significato terribile in quel contesto.
Accoglienza per chi, e da parte di chi?
Vedo questi ragazzi, questi poveri giovani uomini nudi, privati non solo dei loro abiti ma di qualcosa di così bello che per ogni uomo è prioritario, l’essenza della propria umanità nel suo significato più pieno: la dignità di persona, che dovrebbe essere libera e non lo è, che ha diritto alla propria intimità, la quale viene invece violata, cancellata, uccisa.
Tornano alla mente periodi angosciosi della nostra storia non troppo lontana, e solo il fatto che certi pensieri si riaffaccino mi fa rabbrividire.
Perché gli errori già commessi, da altri o da noi, non ci aiutano ad affrontare le nuove esperienze con maggior equilibrio e consapevolezza?
Chi ci dà il diritto di trattare altri come noi alla stregua di oggetti? Non uso volutamente il termine “bestie” perché nutro troppo rispetto verso gli animali, non ne provo affatto, invece, verso quelle persone che nel Centro di Lampedusa hanno dimostrato di non possedere né tatto né sensibilità, ancor meno capacità di rispetto. Termini appartenenti ad altre lingue per loro sconosciute.
Doveva essere ancora una volta l’Europa a ricordarci che ognuno di noi ha il dovere di manifestare rispetto verso l’altro, e che per ogni uomo averlo è il più importante dei diritti?
Perché in fondo è da questo diritto che poi scaturiscono, in modo assolutamente naturale, tutti gli altri.