Graziella Cappelli è un’altra cara amica che ho voluto ospite da me, ha portato con sé non solo le sue belle poesie ma anche il profondo amore per la natura e il rispetto per l’umanità.
In realtà, la sua poetica è un universo tutto da scoprire, come per ogni poeta, e in generale, per ogni scrittore. La sua conoscenza, però, secondo me, avviene con gradualità, con discrezione, mi viene da dire, è come se l’autrice svelasse qualcosa di sé lentamente, quasi con ritrosia. E’ forse per questo che l’apprezzamento dei suoi testi diventa un poco alla volta sempre più profondo, perché si ha il tempo e il desiderio di soffermarsi per meglio capire.
Sono diversi i temi trattati, perché diversi i suoi interessi e le curiosità, attento e sensibile il suo sguardo.
Per questo desidero proporre alcuni suoi testi, per la loro bellezza, per i contenuti profondi, per i motivi di riflessione che ne possono scaturire.
Dalla poesia “Amico” traspare subito la sua generosità e il rammarico per la partenza di un conoscente, un vicino di casa, neppure un vero amico, ma l’indifferenza non appartiene all’autrice, anzi, lei la condanna apertamente, infatti dice “in questa strada/
fatiscente/ d’indifferenza”.
Amico
D’improvviso
sei partito
amico
dirimpettaio
dai capelli di neve.
Gentile
mi elargivi
saluti e sorrisi
in questa strada
fatiscente
d’indifferenza.
A volte
attraverso
la siepe
parlavamo di arte
e i tuoi occhi
s’illuminavano
come vele sul mare.
Guardo ora
sotto il melograno
la tua sedia
vuota
e di fianco
il pino
immenso
che stilla lacrime.
In “Toscana, amore” ci regala un bel ritratto della sua suggestiva regione, ce la presenta come una sensuale bellissima sirena, e noi ne seguiamo i tratti, incantati, ma poi arriviamo alla chiusa, e viene naturale condividere con la poetessa sentimenti intimi e discreti come la nostalgia e il rimpianto.
Toscana, amore
Sirena
emersa dal mare
adagiata e pigra
mostri
geometria di forme
sinuose.
Ti ornano le spalle
i ricci capelli
d’appennino
e gli occhi d’agata
sfumano…
nell’infinito.
La schiena inarchi
quando il vento
ti solleva i veli
e sparge profumi
nelle conche
smeraldine.
Mia luce
a te ritorno
nell’ora inquieta
là
dove il tramonto
t’incendia i fianchi.
Tra silenziosi cipressi
mi accovaccio
mentre
una melodia
m’invade
e dopo… piango…
E’ ugualmente bello il testo “Momenti”, interamente dedicato ad un affetto profondo e totale, lo si capisce solamente alla fine, nella bella chiusa dedicata alla figlia. Momenti di complicità, amore, comprensione, tutto viene condiviso durante una rilassante passeggiata.
Momenti
Passeggiare
con te
in questa
Livorno
capricciosa
di sole
e mare.
Fragranza
di ponce
nei caffè
aromi
bucati
stesi
nel vento.
Ascolto
parole
antiche…
note
attese
sulle corde
del cuore.
Sono vele
le nostre
ciglia
sui canali
verderame
in quartiere
Venezia.
Nei riflessi
pastello
dei palazzi
ci sciogliamo
in un sorriso…
figlia.
Più malinconica è invece “Immersa nel verde”, anche se permangono il desiderio e la forza di reagire, e allora è giusto cercare di far riserva di nuove energie in vista di momenti più difficili.
Immersa nel verde
In questo scampolo
di terra
incuneato
tra il bosco e olivi
si stempera
il dolore
in acquerello
di foglie giada.
Evapora
il disagio dell’essere
nel calore
del meriggio
e il cuore leggero
danza
con tre farfalle
nero – avorio
sui gerani.
Nuova linfa
m’irrora
le vene
mentre
gli occhi
sono granai
d’erbe e polline
riserva
per un incerto
domani…
E poi la suggestiva descrizione notturna di un bosco, dove è la meraviglia della natura che predomina. La poetessa osserva con discrezione e stupore, e solo verso la conclusione sarà un piccolo animale del bosco ad osservare stupito lei, testimone consapevole di quanto possa essere bello il mondo naturale.
Paesaggio notturno
Luna piena
fra carovane
di nuvole
al balcone
del bosco.
Nero
il monte
pipistrelli
in volo
tra le querce.
Sul sentiero
soffuse
luminarie
di lucciole
fruscii
echi
di rapaci.
Gorgheggio
vocali
sopite
e un debole
canto
m’avvolge
l’anima.
Nell’erba
un rospo
stupito
mi guarda.
Nel testo che segue la bella dedica ad un pino, probabilmente non più giovane, dedica che permette un ripensamento sul tempo trascorso, per contrapporlo al presente, in cui regna l’indifferenza e i passanti hanno il “viso di piombo”.
Pino silvestre
Salutarti
ogni giorno
amico
verde
attraverso
la nostra
strada
dolente.
Passato
è il tempo
dei campi
e la semplicità…
lucciole
defunte
grilli
smarriti.
Ma tu
resisti
a questa
indifferenza
che sfalda
le facciate
delle case
ai passanti
dal viso
di piombo.
Io non so
per quanto
ancora…
Infine, nell’ultimo testo, tratto da Cantiere Poesia, l’autrice sembra diventare parte integrante della natura. Dice infatti “E il passo/si fa ritmo/con la terra”…, si diventa un’unica cosa e la gioia è grande, lo si avverte in tutto il testo, ma in modo particolare nella bella chiusa.
Nel verde più verde
Camminare
nel verde più verde
delle colline
e adagiare
gli occhi
su onde di grano
mosse dal vento.
Si snoda
il sentiero
tra fiori d’erba
cremisi
e arduo
risale i pendii
avviluppati di vigne.
E il passo
si fa ritmo
con la terra
sui sassi e
corone di ginestre.
Tenero il cuore
stringe
un bouquet di aromi
e sparge
sogni e soffioni
verso fiocchi
di nubi vaganti.
Poi… nel bosco
si aggomitola
in un gaio
ruscellare d’acqua.
Graziella Cappelli