Archivio | gennaio 2016

Per le strade di Andermatt

 

Camminavo sulle pietre

ordinate, regolari

delle vie di Andermatt,

tu, al mio fianco,

mi cingevi le spalle.

 

Gustavamo senza fretta

il gradevole tepore

della giornata estiva,

sostando sorpresi

davanti alle insegne

in ferro battuto,

ai balconi ingentiliti

dal rosso dei gerani,

dall’azzurro delle campanule.

 

Cingeva la città

una preziosa collana di monti

appena macchiati,

dai quali proveniva

col passare delle ore

un’aria leggera e frizzante

gradita ai nostri corpi

e alle menti appagate.

P.M.C.

Per Anna e le tante Anne

 

Ieri siamo stati in compagnia di una cara amica, si chiama Anna e qualche settimana fa ha perso suo marito. Da tempo programmavamo questo incontro, volevamo farlo insieme al suo compagno di una vita, non ce l’abbiamo fatta. Ci siamo incontrate ieri, ma è stato come se lui fosse con noi, insieme a noi. Abbiamo parlato a lungo, tante cose da dirci, abbiamo guardato dei video, c’erano lei e lui insieme e tanti amici, abbiamo anche sorriso, nonostante tutto, ricordandolo e rivedendolo.

Ammiro la tua forza e la sua, il coraggio che in questi anni hai dimostrato stando al suo fianco, sostenendolo e regalandogli anche tantissimi momenti sereni, condividendo tutto, nonostante la fatica e il lavoro, in casa e fuori, donandogli anche allegria.

A te e a tutte le Anne, alcune ho l’onore di conoscerle, Anne che hanno nomi diversi dal tuo ma ti somigliano nella determinazione, nell’amore e nella complicità che hai e che hanno dimostrato o che continuano a dimostrare con i loro uomini altrettanto determinati nel non cedere ad una malattia che dicono rara, ma così rara non sembra, a tutte voi, dunque, la mia grande stima e il mio affetto.

Grazie per questo esempio che va nutrito e coltivato da noi tutti.

P.M.C.

La Basilica e il suo presepe

 

La Basilica è deserta
entriamo in silenzio
io e te.
Cerchiamo il presepe
sappiamo che c’é.

Eccolo lì, davanti a noi
pronto per essere ammirato,
ampio suggestivo colorato
ricco di vita e di umanità.

I nostri occhi sulla capanna,
statue essenziali
sguardi di profonda intensità.
E poi, tutt’intorno
pastori, artigiani
donne ai lavori intente.

“L’intero mondo palestinese”,
sussurra mio marito.
“Sì”, dico io.
Ancora silenzio
scorrono gli istanti
un ultimo sguardo appagato.

Lasciamo la Basilica
rientriamo in un mondo diverso,
il nostro.

P.M.C.