Archivio | agosto 2016

“Fumettando” di Claudia De Figueiredo

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Leggere il libro di Claudia De Figueiredo è stato per me un piacere, un’opportunità, un arricchimento.
Un piacere perché è una lettura gradevole e coinvolgente, un’opportunità perché tutte le cose belle ci offrono nuovi stimoli e nuove conoscenze, un arricchimento perché grazie a tutte queste cose insieme si diventa migliori, consapevoli di aver fatto dei passi in avanti, di aver acquisito uno sguardo più aperto e accogliente sul mondo, sui nostri simili in particolare. Progressi questi che ci aiutano a comprendere meglio noi stessi, i nostri punti forti ma soprattutto le nostre fragilità, a saperle controllare e meglio indirizzare, come ha saputo fare egregiamente Claudia con i suoi “ragazzi”. La sua forza, il coraggio, il “credere” nelle possibilità di tutti, nessuno escluso, hanno aperto la strada a tanti ragazzi in difficoltà permettendo loro di conseguire risultati positivi. Alcuni avranno fatto dei piccoli ma significativi passi in avanti, altri avranno conseguito dei progressi più rilevanti.
Leggendo il libro si incomincia a conoscere ragazzi e ragazze prima sconosciuti che, pagina dopo pagina, diventano familiari, si scoprono le loro fragilità ma anche i punti di forza, alcuni aspetti del loro carattere, caratteristiche sulle quali Claudia ha saputo intervenire con discrezione e rispetto, pertinenza e pazienza. Un lavoro difficile e nello stesso tempo coinvolgente, che ha richiesto gradualità nelle proposte e la capacità, non facile, di saper incoraggiare per potenziare l’autostima e la voglia di mettersi alla prova. Una grande passione e una forte spinta interiore hanno consentito a Claudia di conseguire con i “suoi” ragazzi risultati che hanno suscitato stupore in lei stessa, perché superiori ad ogni aspettativa.
Tutto questo è potuto avvenire grazie alla suo amore per il fumetto e la pittura, coltivati sin da piccola, ma anche l’aver capito che attraverso il fumetto i ragazzi in difficoltà riescono con più facilità a portare alla luce possibiltà e capacità che non sanno di possedere, migliorando notevolmente la sicurezza in se stessi e il desiderio di mettersi in gioco.
Il vedere i progressi che gradualmente venivano compiuti l’ha spinta a pubblicare questo libro per condividere la sua importante esperienza con altri, in particolare con coloro che lavorano con le persone più fragili, troppo spesso lasciate ai margini, ritenendo erroneamente che per loro non possano esserci progressi, acquisizione di competenze e autonomia.
Ben dice Emilia De Rienzo nella sua bella e profonda introduzione: “E’ ancora molto diffusa, purtroppo, la mentalità che questi ragazzi non abbiano nulla da dire, che siano sostanzialmente passivi e incapaci di apprendere e progredire. Funzionano purtroppo così anche molti centri che li raccolgono più che dargli opportunità significative in cui cimentarsi.
Grazie dunque, Emilia, grazie, Claudia, per la vostra grande sensibilità.

P.M.C.

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