Piangono i bimbi,
le donne e gli uomini feriti
distesi su letti improvvisati
di ospedali.
I corpi e non le bocche
parlano dell’orrore che han vissuto,
non possono le labbra
raccontare l’indicibile.
Solo il silenzio intorno
e la fatica di chi cerca di alleviare
lo sgomento e il dolore.
Poco si potrà fare
in molti andranno via,
e chi rimarrà
ogni giorno dovrà contare
le ferite sulla pelle
cercando di allontanare
gli incubi dalla mente.
Dedicata a tutte le persone innocenti che nei giorni scorsi, in Siria, sono state colpite dalle armi chimiche.
Piera M. Chessa