Archivio | luglio 2017

Tramonto sul mare di S’archittu

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Mi fermo stupefatta
davanti a te, sole,
che lento ti nascondi
ai nostri occhi.

Non sono la sola
a guardarti, ad ammirarti,
un ragazzo, al mio fianco,
in estasi ti osserva.

Immobile
rapito da tanta bellezza
si abbandona
alla tua luce calda
e al tremolio dell’acqua
che s’indora.

Entrambi, lui ed io,
attendiamo l’istante
in cui tu
stanco della tua giornata
deciderai di andare.

Piera. M. Chessa

 

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S’archittu  (Il piccolo arco)

In una notte d’estate

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La cattedrale di Oristano

 

Con i gomiti
appoggiati sul davanzale
osservo stupita
il difficile dominio della notte
sulla città.

Quanto movimento ancora
nelle strade,
quanta vita nelle case!
Oltre le finestre spalancate
vedo espandersi la luce
tutt’intorno
su persone e cose.

Per le vie
transitano le auto
nei caffè
entrano gli avventori
mentre i ragazzi ostentano
la giovinezza
con un chiasso eccessivo
e senza freni.

Solo sul tardi
senza fretta
la notte prenderà possesso
di ogni cosa.
Le auto sosteranno
le luci verranno spente
i ragazzi torneranno
nelle loro case.

E finalmente
la dea del buio
ancora una volta
avrà il sopravvento
sulla città.

Piera. M. Chessa

Soltanto un sogno

 

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Questa notte ti ho incontrato,
caro padre mio,
e mi hai raccontato di te.
Mi hai narrato
i momenti più importanti
della tua vita,
mi hai parlato delle persone
a te più care,
hai pronunciato anche nomi
a me ignoti.

Tu mi guardavi, mi raccontavi
ed io, con un quaderno tra le mani
ed una penna azzurra,
prendevo nota,
fissavo tra le righe e nella memoria
le tue confidenze, i tuoi ricordi.

Poi sei andato via
ed in me veramente
è sorto col risveglio
il bisogno urgente di fermare
prima che per sempre svanisse
questo incontro con te.

Piera M. Chessa

Nel palazzo dell’ombra, di Graziella Cappelli

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Tra le diverse amiche che ho conosciuto sui blog e su facebook  c’è  anche Graziella Cappelli.

Graziella è una poetessa ed è toscana, esattamente di Empoli. Già l’avere in comune, in qualche modo, una regione così bella da un punto di vista artistico e paesaggistico, è una gran cosa. Amo la Toscana moltissimo, credo con la stessa intensità del Trentino, e poi, particolare importante, vi abitano persone a me legate da un affetto molto profondo. L’amicizia con Graziella è qualcosa che arricchisce non poco il mio legame con questa regione. Vi abita anche un’altra amica a me cara, ma di lei parlerò adeguatamente in un’altra occasione.

Qualche anno fa, nel 2015, ho avuto il piacere di avere in dono da Graziella una raccolta di poesie che mi è piaciuta molto, il titolo è “Nel palazzo dell’ombra“. L’ho letta alcune volte, lo faccio sempre con le poesie perché voglio “impadronirmene”, nel senso che desidero conoscerle e capirle a fondo. Poi, e anche questa è una mia abitudine, tengo questi libri a portata di mano e ogni tanto vado a dare una sbirciatina.

Ed è stato così che dopo aver letto alcuni testi di Graziella su facebook, purtroppo con mio grande dispiacere lei un blog non lo ha più, e vorrei tanto che ne curasse di nuovo uno, sono andata a riprendere questa sua silloge, che non è l’unica da lei pubblicata, ve ne sono diverse altre, delle quali, in vari modi, ho avuto modo di leggere alcuni testi veramente belli.

Nel “Palazzo dell’ombra” sono diversi i temi trattati, e tutti con un tocco leggero ed ugualmente profondo. Graziella racconta di sé e nello stesso momento parla di tutti noi, osserva con sguardo attento dentro se stessa e intorno, la natura, che ama profondamente, gli animali,verso i quali nutre un grande rispetto, i suoi affetti più cari, molto belli alcuni testi, a questo proposito. Ma lei si sofferma anche con dispiacere sulla superficialità dell’uomo, che pensa solo al proprio tornaconto.

Viene trattato anche il tema della morte, ma sempre col quel tono leggero e garbato che è una sua caratteristica.

E sono proprio due testi dove questo tema è presente che oggi voglio proporre.

Nel primo si parla anche di amicizia, che nasce spesso per interessi comuni, in questo caso, per l’arte, nel secondo, Graziella ci porta nel mondo della natura, e ci fa capire quanto la morte di un albero possa dispiacere, soprattutto quando ci ha accompagnato con discrezione dai tempi in cui si era ragazzi.

Amico

D’improvviso

sei partito

amico

dirimpettaio

dai capelli di neve.

Gentile

mi elargivi

saluti e sorrisi

in questa strada

fatiscente

d’indifferenza.

A volte

attraverso

la siepe

parlavamo di arte

e i tuoi occhi

s’illuminavano

come vele sul mare.

Guardo ora

sotto il melograno

la tua sedia

vuota

e di fianco

il pino

immenso

che stilla lacrime.

Morte di un ciliegio

Lentamente

mi lasci…

solo

due braccia monche

e un ciuffo

di foglie gialle

tendi

al cielo.

Amico

dell’età più bella

quando

i sogni

galleggiavano

nei miei occhi

e tu avevi

tenera corteccia

perlacea.

Tutto passa

e muta…

non ci saranno

altre primavere

sotto

il tuo vaporoso

ombrello.

Graziella Cappelli, Nel Palazzo dell’ombra, Ibiskos EditriceRisolo

In tua compagnia

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Cammino per il sentiero
tra pozzanghere e fango,
alla sinistra il mare,
alla mia destra
la profumata macchia mediterranea.
Guardo il cielo
macchiato appena di bianco.

Procedo con calma
tra sassi e cespugli
in tua compagnia.
Cumuli di alghe
s’innalzano dalla riva
verso di noi,
indurite, sembrano rocce
modellate dal vento.

Il mare è calmo,
l’acqua batte leggera
sulla riva, sugli scogli.
Lontano, una petroliera
attraversa l’orizzonte.

Piera M. Chessa