Archivio | ottobre 2021

Novembre

Un piccolo cimitero in Val di Fiemme (Trentino)

Si avvicina il due di novembre
giorno dedicato a chi non c’è più.
Ed ecco che ritornano alla mente,
ancora intensi e struggenti,
quegli anni lontani con loro vissuti.

Eppure, al rimpianto dei primi tempi,
al profondo dolore allora provato
s’intreccia ora il ricordo sereno
di tutto quello che ci si siamo detti,
di ciò che insieme abbiamo fatto.

Memorie che non allontanano
la nostalgia per chi abbiamo amato
ma stemperano almeno un poco
quel grande vuoto che loro
nella nostra vita hanno lasciato.

Piera M. Chessa

Guardo avanti

Ascolto il silenzio oggi
in questa casa
che da tempo
mi accoglie come un nido.

Sarà l’assenza
di una persona cara,
sarà la vita
che veloce cammina.

Avverto lo smarrimento
del tempo che si accorcia,
la mancanza di affetti
ora lontani.

Eppure guardo avanti,
coltivo la fermezza,
lo stupore che ancora
sento di possedere.

Passano in fretta i giorni
ma io rubo ogni dono
all’esistenza che offre
con generosità.

Piera M. Chessa

Imbrunire, di Franca Canapini

(Foto da Web)

La luce si spegne poco a poco
macerie di colori all’orizzonte
la campagna imbruna dolcemente

– una carezza enorme si stende sul paesaggio –

Chi siamo noi, ombre in cammino
permeate da tanta mutevole bellezza?

( Franca Canapini. Poesia tratta dalla silloge “SEMI NUDI” – puntoacapo CollezioneLetteraria 2021)

Nel silenzio, a pensare

(foto da web)

Un momento, una pausa,
una somma di istanti,
non guardo più intorno,
mi osservo all’interno.

Ascolto i pensieri,
rivedo le trame contorte
dei sogni che ho fatto,
i ricordi che amo
di tempi ormai andati,
ma che restano sempre
in fondo al mio cuore.

I miei cari che ormai
son partiti da tanto,
i giochi di quando
ero solo bambina,
i miei libri divorati
con ansia, in silenzio,
seduta magari, da sola,
in disparte.

Ricordo il camino
dei miei primi anni,
il buio abbracciava
la mia ampia cucina,
le fiabe gustate
alla luce del fuoco,
la voce suadente
di te che inventavi
fantastiche storie,
racconti irreali.

E’ trascorso del tempo,
tu avanzi negli anni,
il tuo viso diventa
ogni giorno più asciutto.
Da tanto non vedo
i tuoi bianchi capelli,
le rughe segnare
le guance e la fronte.
Ma il tuo sguardo continua
a frugare nel mondo
e la mente non perde
la strada da fare.

Io rimango qui, nel silenzio,
a pensare.

(A Paola, l’amica adulta di quand’ero bambina, che ora non c’è più)

Piera M. Chessa

Mattini d’autunno

(Foto da web)

Scrissi questo testo tanti anni fa, era il 6 ottobre del 2012. L’ho trovato per puro caso proprio oggi, il 6 ottobre del 2021, esattamente nove anni dopo. Per questo mi piace riproporlo.

***

Sono dolci questi mattini d’autunno
quando la notte è ancora vicina
e nei giardini ogni cosa tace.
E’ bello camminare sui prati
o sfiorare le siepi
brillanti di rugiada.

Godere del silenzio
che tutto abbraccia,
e lascia che solo tenere note
raggiungano i nostri orecchi.
Si risvegliano piano i merli,
e il loro becco arancione
si insinua tra il verde degli arbusti.

Anche i gatti, nel vedermi passare,
escono dalle tane,
per poi scappare subito
col mantello arruffato
incontrando Argo, il mio cane.

Piccole storie quotidiane
ripetute nel tempo, al mattino,
quando le foglie cadono
incerte sui verdi prati,
figli ancora di una lunga estate.

Piera M. Chessa