(foto da web)
Ricordo che scrissi questo testo molti anni fa, ma non ricordo in occasione di quale guerra, una delle tante, purtroppo, scoppiate nel tempo, in qualche angolo di questa nostra povera Terra.
Guerre che in qualche modo abbiamo sentito un po’ lontane da noi, considerando la distanza fisica, certamente non lontane per quanto riguarda tutto ciò che una guerra comporta: sofferenza, morte, disastri, fame, angoscia, violenze fisiche e psicologiche…
Oggi, dopo l’attacco russo all’Ucraina incominciato stanotte, si aggiungono a tutto ciò che ho elencato, a causa della relativa vicinanza, preoccupazione e paura che, in brevissimo tempo, si sono diffuse in tutti gli Stati europei.
Era nell’aria, certamente, tutto faceva pensare a questa conclusione, eppure si sperava ancora, si cercava con i vari incontri diplomatici di trovare una soluzione. Si proseguirà, immagino, anche su questa strada, ma le illusioni si sbriciolano davanti all’arroganza, alla prepotenza, ai sogni smisurati del presidente Putin di costituire una nuova Russia, perché questo sembrerebbe il suo scopo, neanche tanto nascosto.
Si punta sulle sanzioni, che non faranno bene a nessuno, neppure alla stessa Russia, ma ad alcuni stati europei faranno più male che ad altri, e noi siamo tra quelli.
Cosa accadrà esattamente non lo sappiamo, sappiamo però che è incominciato un altro periodo di grave incertezza, considerando anche il fatto che la pandemia non è stata ancora del tutto debellata.
Di seguito, il testo di cui ho parlato.
La guerra è incominciata
Un bimbo dice:
“E’ un giorno terribile,
la guerra è incominciata!”
Guerra,
una parola che si dilata,
si espande,
si ingigantisce in noi
paladini della pace.
Pace,
parola lieve,
dolce suono
che scalda il cuore,
che impallidisce,
svanisce,
davanti a tanto orrore.
La guerra avanza lenta
vicino a noi,
dentro di noi,
nelle coscienze,
nei pensieri,
nelle paure,
nella nostra impossibilità
di dire di no.
Piera M. Chessa