
(foto da web)
Un bel racconto della mia cara amica Eleonora Bernardi, scritto con dolcezza, bravura e fantasia, caratteristiche che indubbiamente non le mancano.
Ancora grazie a lei per questo bel dono.
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Un bel ricordo…
Un neonato particolare
Voglio parlarvi di me, prima che lo facciano altri, so che lo faranno, anzi che lo hanno già fatto.
Sono nato da un uovo che mia madre ha deposto dopo lunghi tentennamenti e considerazioni del tipo:- Sarà il caso di dare l’avvio ad una nuova vita nel mondo inquinato, corrotto, disumano e deludente in cui viviamo?
Poi ha ceduto alle pressioni di parenti e amiche che la conoscevano meglio di me per quanto attiene alla sua fede nella Vita…per mia fortuna!
Sia come sia, ha iniziato a covarmi con caparbietà, ma sempre combattuta, dimenandosi tra dubbi, paure, deboli speranze.
Mi parlava in continuazione, sicura che la sentissi, mi diceva come sarei stato e tutto quello che avrei potuto fare non appena fuori, nel mondo.
Nel frattempo osservava il mio involucro con scrupolosa attenzione, per questo so che l’uovo era “bitorzoluto” e bisognoso di particolari cure, a suo dire non era nemmeno del colore giusto, “grigiastro” lo definiva, a lei sarebbe piaciuto di un ovoidale perfetto, e lucido e brillante come una perla! Io, dentro, e ancora in formazione, subivo in silenzio in attesa di uscire alla luce, anche per vederla in faccia e dirgliene quattro!
Lei però si dava da fare: continui cambi di posizione suoi (e miei) per raggiungere i suoi scopi di una forma perfetta, in quanto allo splendore di una perla…niente da fare!
L’unica cosa che avrei voluto sapere era quanto ancora mi sarebbe toccato stare al chiuso…di questo non parlava: prendeva contatti…io ero quasi pronto…le avevano promesso…
Io non capivo assolutamente le ragioni di indugi che mi parevano fuori luogo.
Comunque un felice giorno vidi la luce e con essa il viso commosso della mamma, mi teneva stretto al cuore e sembrava non credere ai suoi occhi, le sembravo magnifico…Proprio come mi voleva.
Cominciò a mostrarmi a tutti e ognuno si congratulava con lei: – Brava! Bravissima!
Complimenti! Questa creatura ti rappresenta in modo magistrale! Non potevi fare di meglio!
– Ora bisogna far conoscere la tua opera dovunque (questa idea venne a padrini e madrine nominati sul campo).
La mamma era timorosa, una cosa è partecipare un lieto evento, si diceva, ma presentazioni ufficiali, magari pubbliche…
Capii che mi amava davvero, forse aveva pensato, da principio, di tenermi solo per sé.
Infine si arrese, comprese che le cose belle, quelle che per noi sono più preziose, vanno condivise e mi lasciò andare.
Sono ancora un neonato, ma del tutto autonomo: viaggio, giro, stupisco e commuovo, accompagno chi mi apprezza e trovo spazio perfino sul web!
Sono felice, insomma, soprattutto perché parlo con le parole della mia mamma; perché racconto i ricordi, le speranze, i desideri, le tristezze, i sogni, i valori di una donna “grande”, “ ricca”e “generosa”.
Cosa può desiderare di più un neonato?
P.S. Mi ha messo un nome inusuale: Groviglio …ordinato, però!