Archivio | dicembre 2012

Jolanda Catalano

 

 

foto da web

Leggere le poesie di Jolanda è sempre un piacere e un’emozione, riflettere su ciò che dice e provare a capire ciò che non dice significa entrare in punta di piedi nella sua mente e nel suo cuore, scoprire qualcosa della sua personalità sensibile e profonda, qualcosa della sua complessità, ma soltanto quel poco che l’autrice desidera portare alla luce e condividere.

 

Ecco quattro testi, tutti belli e ricchi di spessore, tutti e quattro tratti dalla sua prima raccolta, Alternanze.

 

Ci sono silenzi nella vita

 

Ci sono silenzi nella vita

possenti come fiumi di parole,

tocchi leggeri, sbattere di ciglia,

lievi rossori che celano misteri.

Ci sono silenzi nella vita

che tutto colmano

in attimi preziosi,

fugaci frammenti d’armonia,

sguardi incrociati appena

e poi abbassati.

E in questo balenìo che tutto accende

con onde che trasmettono emozioni,

una passione, a volte, si consuma

mentre il silenzio avvolge coi suoi veli.

Ci sono silenzi nella vita,

ci sono silenzi dentro di noi.

 

Non so perché

 

Non so perché al buio

mi tornano canzoni

sospinte dai pensieri

su eco di memoria,

sotto macerie

custodite al tempo

d’arcane solitudini in simbiosi

di spazi levigati al vento,

vanificate dall’ombra della sera.

Non so se questa sete di parole

mi condurrà nel fondo degli abissi

dove la Storia vive e ancora giace

sepolta da indecifrabili graffiti.

E sale, dunque, ancora questo canto

e la magìa del sogno non ha tempo

se da millenni si apre come fiore

al bacio eterno che scuote l’Universo.

 

Ancora qui

 

Ancora qui

si passa il pane porta a porta

e profumano il gelso e il limone

e la superba ginestra

al Corpus Domini

tesse di luce tenera un tappeto.

Il freddo metallo dei computers

non ha del tutto corroso i nostri cuori

peccato però che qui si muore

girando appena un angolo di strada.

 

I ragazzi ancora vanno

 

I ragazzi ancora vanno per cancelli

e corrono pensieri fra i cespugli

nell’estasi di lucertole smarrite

dai loro giochi semplici e crudeli.

E gira l’incanto il sole e viene sera

su sporche teste intrise di fanghiglia

sotto le palpebre sogni ancora ignari

dell’incerto futuro che li attende.

 

(Dalla raccolta “Alternanze”, Calabria Letteraria Editrice)

 

 

Il riccio e le gatte

 

foto da web

Si rintana nel buio

il riccio visto ieri,

non vuole sconosciuti

sulla strada.

L’ho urtato lievemente

con il piede

mimetizzato com’era

tra l’erba scura del giardino.

 

Sapevo della sua presenza

nel verde parco-casa

dimora di diversi animali:

gatti merli tortorelle africane,

ma lo pensavo in letargo

sotto le comode fronde

del pino nano.

 

Invece no, il riccio infreddolito

stava lì in cerca di riparo

accanto a un muro

guardato a vista da due gatte nere

madre e figlia,

occhi gialli e intensi,

un poco diffidenti

solo fino all’istante in cui

dai loro da mangiare.

P.M.C.