Archivio | ottobre 2008
glicine d'autunno
Sono andata, come sempre, a visitare il blog di Cristina certa di trovare piccoli gioielli, pietre preziose, perchè questo sono le poesie di Cri. Oggi, ho trovato questo delicato gioiello. Lo propongo a tutti i cari amici che amano le cose belle.
glicine d’autunno
Siediti qui con me
sui gradini del portico, è di rosso
che si riveste il muro e sul terrazzo
la vite americana si è avvinghiata
ai fili tesi
lontano dorme il resto del paese
io qui mi fermo a respirare il tempo
l’uomo capelli bianchi e voce roca
imita il gallo, parla alle finestre, il matto
del villaggio
abita cerchi intorno alla mia casa
a volte ride a volte grida
raccontando se stesso a voce alta.
Ho saputo di inverni con la neve
sparire argini e guide
chiodi ficcati a colpi di tragedie
i destini raccolti da sudari.
E canta il vecchio, con le mani a imbuto
alle grondaie, dai tralci ricadenti
il glicine ingiallito
tasta nell’aria mossa sui cancelli.
Mi accoccolo tra il muro e la ringhiera
sui miei pensieri traccio
larghe ics
e sulle gambe stendo voli di mani
ai lembi di un vestito che mi appassisce addosso
e dentro no
non mi arrendo a sfiorire.
Cristina Bove
(www.cristinabove.splinder.com)
Due poesie scritte da due poeti che immagino molto diversi tra loro per personalità e stile, dotati però entrambi di grande sensibilità. Attento e preciso il loro modo di "osservare" la vita.
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Savina Dolores Massa
www.savinadoloresmassa.splinder.com
Il razzismo strisciante
Ti vedo appena
seduto sulla scalea di Superga,
è imponente la basilica dietro di te.
Lievemente infastidito,
avvicini la mano alla fronte
per proteggere gli occhi dal sole.
Avevi dieci anni, primo viaggio importante,
grande entusiasmo, la curiosità sempre presente.
La scoperta del mondo, di luoghi sconosciuti,
solo un po’ di incertezza,
qualche imprevisto vissuto con leggerezza.
Il tempo scorre.
Oggi sei un uomo.
Insieme guardiamo le fotografie sbiadite,
ripassiamo le esperienze vissute,
rinnoviamo i ricordi.
Ma un pizzico di malinconia
ci accompagna in questo viaggio.
Piera Maria Chessa
* * *
Dedico questo testo alla mia amica Giulia, di Torino
(http://www.sapervedere.splinder.com/)
Mi fermo un istante nella radura,
poi il percorso lungo i sentieri.
Mi inoltro curiosa nel bosco silenzioso
lasciandomi avvolgere dal verde degli alberi,
dal muschio dei sassi,
dalle felci nascoste nell’ ombra.
I licheni colorano le rocce
di giallo e arancio,
minuscole famiglie di funghi
punteggiano la terra.
Ascolto il ruscello che scorre
intonando per me, sottovoce,
il suo malinconico canto.
Piera Maria Chessa
Orto d’ossi, di Savina Dolores Massa
Eleonora Bernardi
– Ora Italiani pensano che noi Rumeni siamo tutti delinquenti… Non è giusto!
(http://www.shiva-ditutto.blogspot.com/)