(foto da web)
Un coinvolgente scrittore di storie, o di racconti, se si preferisce, un poeta riflessivo, delicato, attento ai contenuti, un uomo sensibile e generoso, un cultore della bella musica, un amante della natura, dell’arte, del bello in genere.
Questo io percepisco in Renzo Montagnoli, che non conosco personalmente ma di cui ho avuto modo di conoscere un poco l’animo attraverso le sue poesie, le sue talvolta amare riflessioni sulla vita e sugli avvenimenti, osservati sempre con attenzione, disincanto e senso critico.
Riporto qui alcune sue belle poesie tratte dalla raccolta “Il cerchio infinito”.
Cento gradini
Cento gradini ho salito
cento albe mi hanno svegliato
in deserti aridi d’amore
cento notti ho avuto
per tetto le stelle
e come lampada la luna
in cento posti ti ho cercato
ovunque invano sono andato.
Il mio sguardo correva lontano
immaginava oltre orizzonte
s’inerpicava su ripidi pendii
s’aggrappava alle nubi del cielo
correva con l’acqua dei fiumi
indugiava in posti nascosti
si spegneva nel dubbio del nulla.
Poi il silenzio assoluto
gli occhi miei chiusi
sordo ad ogni rumore
solo il battito del cuore
ho chinato il capo su di me
ho udito la tua voce
un sussurro d’amore
la melodia dei sentimenti
l’emozione che solo tu,
anima mia, sai dare.
Estasi
E’ una luce
che vibra nel buio
è un suono
che esalta il silenzio
nulla è più dolce
niente è più lieve
del sussurro dell’anima
sublime melodia
per il cuore che ascolta
mentre l’orizzonte
si spalanca
e il mondo intero
entra in me.
E di quel mondo
sono al contempo
madre e figlio
in un abbraccio
senza più tempo
né confine.
Il cerchio infinito II
Guardo la tua alba
nella luce
del mio tramonto.
Il giorno si spegne
Nel tramonto corre il ricordo
volti fissati in un attimo
mai invecchiati
illusione che si perpetua
nell’attesa della sera.
Scenderà il buio
anche sulla memoria
affinché triste non sia
non poter più riveder l’alba.
Quando il poco è tanto
Una finestra aperta
spalancata alla vita di fuori.
Alle risa dei bimbi
s’uniscono i pigolii
dei pulcini che accorrono
al richiamo della chioccia
un alito lieve di vento
ondeggia sulle tende.
Benché la luce sia quella
tenue e soffusa del tramonto
e in cielo l’azzurro si stinga
nel blu che annuncia la notte
mi prende una gioiosa malinconia
e forte è il desiderio
di abbracciare il mondo.
(Enzo Montagnoli, dalla silloge “Il cerchio infinito”, Edizioni Il Foglio”)
Un libro molto interessante, una silloge con aspetti filosofici, da me evidenziati nella recensione che ho scritto tempo fa e che si può leggere qui:
http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=83&det=4704
E Renzo è tutto questo che hai scritto e forse molto altro che non sappiamo, conoscendolo solo attraverso i suoi scritti…
Un vero amico, anche se non ci si è mai visti.
Buon 2 giugno, Piera!
Qui da me, vicino a Lecco, c'è un tempo incerto, ma migliore di ieri che ha piovuto tanto per tutto il giorno.
Ciao
Carmen
Carmen, ho appena concluso la lettura della tua recensione, non ho potuto farlo prima, e sono ancora "dentro" le tue parole, la tua profonda riflessione sulla bella silloge di Renzo.
Trovo che sia assolutamente tutto vero ciò che hai scritto in modo così preciso e accurato.
Una raccolta che anch'io ho apprezzato molto, dalla quale emergono, come dici, la "scrittura" filosofica dell'autore, il suo attento sguardo sul mondo, la sua speranza, quasi certezza, che anche oltre la vita terrena il cerchio non si chiuda mai definitivamente. Una scrittura sofferta quella di Renzo ma, in qualche modo, anche consolante.
Grazie ancora, un caro saluto.
Piera