Ho appena concluso la lettura del libro La masseria delle allodole, di Antonia Arslan, e i miei stati d’animo sono diversi. Difficile raccontare quello che provo, posso però dire che questo libro mi ha coinvolto moltissimo.
La prima riflessione che mi viene da fare è che non incontrerò più gli straordinari protagonisti di questa storia. Intendo dire che una volta che arriviamo nella lettura alla fine dell’ultima pagina sappiamo che stiamo per perdere definitivamente degli amici. Perlomeno questo è quel che capita a me. I personaggi di un racconto diventano nostri compagni di viaggio, ci parlano, ci trasmettono sensazioni ed emozioni, ci divertono o ci intristiscono, ci regalano istanti che rimarranno nella nostra mente talvolta anche per anni.
Il libro narra il genocidio del popolo armeno, avvenuto nel 1915. E’ una storia tragica, terribile, ma nella sua atrocità assolutamente straordinaria. Sfilano donne e uomini davanti a noi con le loro vite inizialmente così belle e coinvolgenti, così in contrasto con tutto quel che avverrà in seguito. Sembra di vederli realmente, di incontrarli, di sentirne le parole, di percepirne i sentimenti.
Azniv, Veron, Sempad, Shushanig e i loro figli, e poi ancora gli altri personaggi, non protagonisti ma così ben caratterizzati dall’autrice, bravissima scrittrice di origini armene che così bene ha saputo raccontare la tragedia della sua famiglia e di un intero popolo.
La seconda riflessione riguarda la nazione che ancora oggi, per bocca dei suoi governanti, continua a negare che il genocidio ci sia stato veramente, questa nazione è la Turchia.
Ma noi sappiamo, la Storia ce lo insegna, come vadano queste cose. Mi sembra tuttavia vergognoso, oltre che disumano, un simile atteggiamento, indegno di uno Stato che vuole far parte dell’Europa.
Piera M. Chessa
Da ragazzina lessi per caso I quaranta giorni del Muss Dagh di Franz Werfel e ne rimasi oltremodo colpita. Così fui forse tra i primi europei comuni (miracoli operati dai libri!) a conoscere la storia del genocidio armeno del 1915 da parte dei Turchi. Oggi c’è qualche trafiletto nei libri di storia, e forse anche grazie a romanzi come quello da te illustrato che ci fanno “patire” le vicende di genti straziate, ma allora marginali nello scacchiere internazionale.
Sempre interessanti i tuoi post!
Franca
Prendo subito nota del libro che hai citato, Franca, perché non l’ho mai letto! Che brutti periodi ha vissuto il 900, un secolo veramente tragico. Sebbene anche col nuovo…
Grazie per questo commento bello e approfondito.
A presto.
Piera
Anche io ho letto La masseria delle allodole e non posso che condividere il tuo pensiero.
Grazie, Piera.
Graziella
Un libro bello e struggente che, nella sua bellezza, sa fare anche male.
Ciao, Graziella, grazie.
Piera